Perché in Italia non decollano i dottorati industriali? Una delle ragioni è nei criteri di accesso

Nelle Proposte operative in materia di dottorato di ricerca pubblicate nel gennaio 2014, la Commissione di studio sul dottorato istituita dal D.M. 596 rileva che le regole attualmente in vigore limitano fortemente la concreta realizzabilità del dottorato industriale, riconducendo tali limiti unicamente al rilevante impegno economico richiesto alle imprese. La difficoltà, da parte delle imprese, di sostenere i costi previsti per l’attivazione di tali percorsi, farebbe sì che questa tipologia di dottorato sia di fatto attivabile solo in presenza di significativi contributi regionali. Da ciò la proposta di prevedere una normativa di favore di carattere transitorio per consentire l’attivazione dei dottorati industriali, che dovrebbe estendersi anche ad altre ipotesi di dottorato “atipico”, ad esempio i percorsi di dottorato in apprendistato o quelli inseriti in progetti europei.

Se ha il merito di sollevare l’attenzione sulle difficoltà attuative del dottorato industriale, la relazione finale della Commissione non va molto a fondo nell’esplorare i problemi che possono essere alla base di tali difficoltà, limitandosi a ricondurre ad un fattore – l’eccessiva onerosità dei percorsi per l’impresa – una realtà molto più complessa. La storia dei percorsi di alternanza scuola-lavoro nel nostro Paese avrebbe dovuto, al contrario, insegnare che gli ostacoli che si frappongono ad una proficua collaborazione tra istituzioni educative ed imprese sono da ricercarsi su più fronti, guardando alle resistenze culturali che possono essere attivate da tutte le parti in gioco ed a fattori istituzionali che influenzano tanto le strategie delle imprese in tema di investimenti in innovazione e risorse umane, quanto quelle delle istituzioni educative sul piano della attivazione, programmazione e gestione dei percorsi di formazione.

 

Con particolare riferimento al dottorato di ricerca, esso è stato introdotto in Italia con il Decreto del Presidente della Repubblica del 11 novembre 1980, n. 382, dal titolo Riordinamento della docenza universitaria, relativa fascia di formazione nonché sperimentazione organizzativa e didattica, prevalentemente con l’obiettivo di creare un momento preparatorio per la carriera accademica, obiettivo che ha certamente influenzato le logiche di selezione e di formazione che hanno connotato questo percorso nei decenni a venire. Con la riforma Berlinguer del 1998, in concomitanza con il processo di Bologna, il dottorato inizia a smettere le vesti di “tirocinio accademico” e ad aprirsi ai nuovi principi di internazionalizzazione e collaborazione con le imprese, fino alle più recenti riforme che mirano ad allineare il modello italiano di dottorato di ricerca alle migliori esperienze diffuse nel Nord-Europa e nel mondo anglosassone (vd Bollettino speciale ADAPT del 22 luglio, n. 16, Dottorati industriali e apprendistato per la ricerca: prime riflessioni e prime esperienze, a cura di M. Tiraboschi).

 

Di queste trasformazioni si è molto discusso, nell’ottica della efficacia dei percorsi in termini di occupabilità dei dottori di ricerca e – meno frequentemente – proponendo un ripensamento dell’idea stessa di ricerca e del rapporto tra istituzioni accademiche e realtà produttiva e sociale. Ancora poche sono, invece, le analisi sistematiche volte ad esplorare le pratiche organizzative e le modalità di implementazione dei percorsi, a partire dalle procedure di accesso al dottorato di ricerca ed dal rapporto tra queste, gli obiettivi del dottorato, le sue caratteristiche.

 

In particolare, nel caso dei dottorati industriali, possono avere un forte peso le regole che disciplinano l’accesso al dottorato (nel nostro Paese un concorso pubblico), poiché in grado di incidere sugli orientamenti delle imprese molto più di qualsiasi valutazione economica su costi comparativamente di gran lunga inferiori rispetto agli altri Paesi europei, a fronte dei quali le imprese possono inserire nell’organizzazione giovani ad altissimo potenziale. Sarà difficile, però, che esse investano in percorsi di alta formazione alla ricerca orientati all’innovazione, dunque strategici, senza poter incidere sulle logiche e le procedure di selezione dei candidati, in un contesto in cui il dottorato è ancora prevalentemente ricondotto all’immagine di strumento di cooptazione accademica.

Al fine di alimentare un dibattito su tali temi presentiamo una prima e sommaria ricostruzione delle procedure di ingresso esistenti in diversi Paesi europei ed extra-europei, anticipando fin da ora come l’esistenza di procedure concorsuali pubbliche rappresenti l’eccezione, più che la regola, soprattutto nei modelli considerati come benchmark sul versante dell’apertura delle università e delle istituzioni di ricerca alla collaborazione con soggetti esterni, nell’ottica dello sviluppo dei territori e dell’innovazione.

 

Europa del Nord

In Danimarca l’accesso al dottorato avviene tramite candidatura spontanea presso le università che aprono posizioni di ricerca in corrispondenza alle dotazioni finanziare per l’anno accademico. L’accesso può avvenire in qualsiasi momento dell’anno a fronte dell’apertura di una posizione disponibile. Per accedere ad un PhD occorre avere un livello di istruzione pari al Master’s Degree e sono previsti requisiti di merito relativi tanto all’attitudine alla ricerca, quanto alle caratteristiche del percorso formativo precedente ed alla media dei voti. Il collegio del corso di dottorato può riconoscere un certo numero di crediti formativi (consentendo l’esonero da massimo 6 mesi di frequenza del programma di dottorato) nel caso siano accertate competenze già maturate in contesto di lavoro o in precedenti programmi di studio e coerenti con il piano di studi del dottorato. Ciascuna università stabilisce le regole specifiche per l’accesso ai corsi di dottorato (Ministerial Order on the PhD Programme at the Universities and Certain Higher Artistic Educational Institutions, agosto 2013).

Nel caso specifico degli Industrial PhD, progettati in collaborazione con le imprese, anche a fronte di ingenti finanziamenti pubblici i progetti di ricerca sono finanziati solo in presenza di candidati idonei già reclutati dalle imprese al momento della presentazione del progetto per il finanziamento; a fronte di questa “prova” di capacità di selezione, sarà concessa la possibilità di finanziare ulteriori percorsi (fino a 5) (The Danish Agency for Science, Technology and Innovation, Guidelines for the Industrial PHD Programme).

In Finlandia chiunque desideri candidarsi ad un programma di dottorato deve contattare l’Università di riferimento ed informarsi sulle procedure per il post-Master’s study/research placement. In alternativa, si può contattare direttamente il dipartimento di ricerca o il professore con cui si è interessati a collaborare. Per essere accettati occorre avere un Masters degree, ma ogni Università ha specifici criteri per l’ammissione. Le candidature possono essere presentate, in alcuni casi, in tutti i periodi dell’anno, mentre alcune Università definiscono specifici periodi per la selezione delle candidature (Finland Universities Act 558/2009). Procedure simili si riscontrano in Svezia ed in Norvegia.

 

Europa continentale

Anche in Francia l’accesso al dottorato avviene tramite presentazione di candidature e di progetti di ricerca all’università promotrice del programma di dottorato, senza procedure di selezione pubbliche.

Per accedere al dottorato occorre essere titolari di un diplôme national de master, sebbene in alcuni casi il collegio della scuola di dottorato possa consentire delle deroghe (studenti stranieri con titoli equivalenti o studenti che abbiano ottenuto una validazione delle competenze attestante la loro idoneità a condurre ricerche). Il candidato, dopo aver trovato un docente disponibile a seguirlo in qualità di directeur de thése, dovrà presentare la sua candidatura al collegio della scuola di dottorato. L’iscrizione, previa pronuncia favorevole del collegio, viene comunicata dal direttore della struttura universitaria di riferimento (Arrêté du 7 août 2006 relatif à la formation doctorale).

Nell’ambito delle Conventions industrielles de formation par la recherche (CIFRE, accordi università-impresa per la formazione nell’ambito della ricerca), l’impresa seleziona il giovane candidato, lo assume e gli assegna un progetto di ricerca utile alla strategia di R&S aziendale, che costituirà al tempo stesso l’oggetto della tesi di dottorato. I risultati di ricerche qualitative testimoniano come spesso gli accordi prendano forma all’interno di schemi già consolidati di cooperazione tra imprese e laboratori di ricerca, che attraverso l’inserimento dei dottorandi in CIFRE proseguono e si rafforzano. In molti casi il matching tra dottorando e impresa segue ad aperture di posizioni da parte di quest’ultime e può essere facilitato da precedenti esperienze di stage all’interno della stessa impresa (R. Levy, Les doctorants CIFRE: médiateurs entre laboratoires de recherche universitaires et entreprise, in Revue d’économie industrielle, Vol. 111, 3e trimestre 2005, pp. 79-96).

In Germania, tanto nell’ambito dei programmi strutturati di dottorato (il cui funzionamento è assimilabile ai dottorati di stampo anglosassone, vd più avanti), quanto nell’ambito dei cosiddetti “dottorati individuali”, spetta al giovane laureato presentare la propria candidatura presso un’università o, nel secondo caso, presso un’impresa che abbia interesse a promuovere e finanziare un contratto di lavoro per una persona che svolga un dottorato. Spetta sempre al giovane cercare un supervisore presso una università, spesso ricorrendo a contatti costruiti durante gli studi universitari.

In Belgio, nella Comunità francese (Wallonie), l’accesso al dottorato è legato esclusivamente al possesso di titoli di studio specifici (una formazione iniziale di almeno 300 crediti e conclusasi con l’acquisizione di un titolo di Master o equivalente). Ogni università è libera di stabilire i requisiti complementari per l’accesso ai corsi di dottorato (Décret définissant l’enseignement supérieur, favorisant son intégration dans l’espace européen de l’enseignement supérieur et refinançant les universités, 31/03/2004). Anche nelle Fiandre l’accesso non è regolato da procedure pubbliche, ma da regolamenti interni alle singole università e l’apertura di posizioni dipende dalla dotazione finanziaria delle unità di ricerca e dalle vacancies esistenti. Ciò perché i dottorandi vengono assunti dall’università che accetta la candidatura ed entrano a far parte dell’Assisterend Academisch Personeel (Academic Assistant Staff, AAP). In alternativa, i dottorandi possono essere assunti dal Fonds voor Wetenschappelijk Onderzoek (FWO) – the Flemish Research Foundation – e entrare a far parte del personale BAP Bijzonder Academisch Personeel (Special Academic Staff) dell’Università (posizioni temporanee anch’esse, l’unica differenza rispetto all’AAP è la fonte di finanziamento, che in questo caso è la Fondazione FWO) (Research Foundation Flanders (FWO) Regulations for PhDs; Decree on the Structure of Higher Education, 4 April 2003).

 

UK e paesi di tradizione anglosassone, Giappone e sud-est asiatico

Nel Regno Unito non esiste un quadro comune per la regolazione dei dottorati di ricerca, ma ogni istituzione di alta formazione istituisce regolamenti interni, in cui sono definite anche le modalità di accesso, che non prevedono comunque una procedura pubblica di selezione. Generalmente la candidatura va presentata direttamente all’Università scelta dal candidato, che dovrà documenttare le proprie capacità di condurre autonomamente una ricerca presentando un progetto di ricerca, lettere di referenze, un portfolio di lavori/pubblicazioni (The UK doctorate: a guide for current and prospective doctoral candidates, Quality Assurance Agency for Higher Education – QAA).

Da una rassegna dei regolamenti vigenti nelle diverse università emerge che procedure simili sono presenti negli Stati Uniti. Le stesse procedure si ritrovano, poi, in Australia, Nuova Zelanda, Giappone e nella regione del sud-est asiatico (Malaysia, Honk Kong, Singapore, Thailandia), dove le procedure per l’accesso ai dottorati di ricerca sono simili a quelle descritte per il caso inglese e non è prevista una procedura selettiva di valenza pubblica.

 

Michele Tiraboschi

Coordinatore scientifico ADAPT

@Michele_ADAPT

 

Lilli Casano

ADAPT Research Fellow

@lillicasano

 

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